Sindacati chiedono incontro al Premier Conte. Situazione critica, conferenza stampa martedì mattina
Una precisa richiesta di intervento inviata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e una conferenza stampa fissata per le 12,00 di martedì 6 agosto, all’Hotel Nazionale di Roma: sono le iniziative promosse dai sindacati Istruzione e Ricerca per chiedere l’applicazione dell’intesa del 24 aprile scorso e sbloccare così la situazione di impasse che si è creata sul decreto precari.
Nei giorni scorsi il Mef ha autorizzato 53.627 assunzioni di docenti, 5mila in meno rispetto a quelle richieste.
Ad oggi, il decreto che dovrebbe dare il via al concorso riservato per l’assunzione di migliaia di precari non è stato ancora presentato in Consiglio dei Ministri.
FLC CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams chiedono al Premier Conte che sia data piena attuazione all’intesa, a partire dalle misure straordinarie per superare il precariato del personale docente e ATA, compresi facenti funzione DSGA, risorse aggiuntive per il prossimo rinnovo contrattuale.
«Non ci rassegniamo al fatto che in Italia si investa sempre meno per il sistema di istruzione e ricerca – sottolineano i segretari generali dei cinque sindacati di categoria – rispetto alla media europea».
In assenza di un provvedimento urgente si profila un anno scolastico all’insegna delle supplenze e con un terzo delle scuole senza direttori amministrativi.
Al 1° settembre 2019, i posti da coprire saranno circa 150 mila e, in assenza di provvedimenti urgenti, la Commissione europea darà seguito all’ennesima procedura di infrazione già aperta contro l’Italia per abuso di contratti a tempo determinato.
La copertura con contratti a tempo indeterminato di tutti i posti disponibili e per tutte le professionalità rappresenta una misura indispensabile per assicurare la qualità del sistema.
«Al premier Conte con il quale chiediamo di confrontarci prima del prossimo CdM – concludono i segretari generali dei cinque sindacati di comparto – ricordiamo il valore dell’intesa sottoscritta con i rappresentanti di un milione e 200 mila dipendenti del comparto, che porta la sua firma».
Roma, 3 agosto 2019